Pesci: immaginare per creare la realtà

Pesci: immaginare per creare la realtà

Siamo all’ultimo archetipo che chiude il cerchio per poi tornare all’origine del caos da cui ripartirà tutto. Il disordine delle emozioni, libere di creare immagini non tangibili e che vengono dalla nostra parte onirica subconscia. Con questo archetipo tutto è possibile, realtà e sogno si confondono. Tutto è miscelato e confuso in una miriade di colori e suoni. Qui c’è l’acqua salata che trasforma ancor più dell’acqua dolce le cose, le corrode e le trasforma in nuove forme. Pensiamo alla vastità di forme e colori che troviamo nel mare: pesci ermafroditi che cambiano sessualità a seconda dell’esigenza del proprio ambiente, cambiano colore per mimetizzarsi, o sono addirittura trasparenti. I suoni sono tutti attutiti e si comunica senza le parole ma attraverso qualcosa che l’orecchio umano non può percepire. Sentire con l’anima; gli occhi e i sensi svolgono funzioni diverse. Tutto è “strano” ed anomalo in questo archetipo; se con l’Aquario c’era la ricerca delle diversità, il desiderio di distinguersi, qui c’è la diversità vera, innata. Tutti siamo diversi e siamo un po’ pesci solitari in acquari alla ricerca di cosa c’è fuori, con il timore che se uscissimo dalla nostra bolla di vetro non potremmo sopravvivere. Mentre chi è veramente libero è colui che vive nella vastità dell’oceano dove la vita può essere spazzata via in un’attimo da un pesce più grande. Quindi si è consapevoli della vacuità della vita, della sua inconsistenza e dell’assenza di un vero tempo. La pazzia è di questo archetipo, solo un folle può vivere con la consapevolezza che la sua vita è un attimo tra un prima amniotico e un dopo spirituale e misterioso o forse semplicemente il nulla, l'assenza. 
Questo è l’archetipo del creativo, di chi è visionario e sogna mondi da realizzare. Ma non lo fa con un fine materiale o personale perché è talmente senza corpo fisico che non comprende il bisogno di realizzare per vivere. Lui vive il passaggio di vita sospeso e non si attacca a nessuna cosa tangibile, perché la sua consapevolezza della brevità dell’esistenza è talmente alta da capire che tutto è un passaggio e un divenire continuo e inesorabile.
Le sue creazioni sono magiche perché arrivano da visioni di altri mondi spirituali o passati e futuri. In questo archetipo il tempo è circolare, passato e futuro sono anch’essi fusi e scambiabili. Non c’è la linea dritta del Capricorno, qui troviamo il cerchio dell’Uroboro dove inizio e fine si uniscono. 
L’archetipo del creativo è senza tempo e spazio, ma anche senza forma definita proprio come i pesci dell’oceano cambiano forma a seconda dell’esigenza ambientale. Chi nasce sotto il segno dei Pesci è strano, anomalo, diverso. Ma ciò non è un difetto ma la sua realtà. Riesce a creare opere straordinarie proprio perché non cerca di uniformarsi al conformismo "dell’abbiamo sempre fatto così e non si cambia", ma pensa che in fondo tutto è possibile, se lo posso immaginare lo posso realizzare. 

Nettuno il Dio del mare è potente e dirompente come i suoi fratelli Giove e Plutone. È anche lui una forma di potere, anche se è l’unico slegato dal desiderio di cose materiali come soldi e dominio sugli altri. Nettuno influenza il sentire comune, è le mode e le tendenze, quindi come Plutone ti porta dove vuole lui ma lo fa con i sentimenti di richiamo alla purezza, alla salvezza e non alla sottomissione. È legato agli smottamenti dell’anima, le emozioni forti che ti portano a diventare folle, ti staccano dalla materia e ti fanno vivere sollevato e invisibile.
Creare musica e arte, è rendere visibili e udibili visioni ultraterrene o interiori. Nettuno ci porta negli abissi dell’anima dove le esperienze sono elaborate e trasformate. Mentre Plutone nasconde e rimuove le situazioni vissute che non riesce ad elaborare che occulta credendo di metterle a tacere, Nettuno invece le trasforma ed elabora attraverso l’arte e la musica. Ecco che una paura diventa un drago che con un colpo di colore posso trasformare in un cavallo che vola e che mi porta in salvo in un castello tra le nuvole. La paura è superata con l’assenza e la fuga in un mondo inventato. Si può vivere prigionieri fisicamente e sentirsi liberi mentalmente se il nostro Nettuno è capace di superare i limiti saturnini del tangibile. 
Sigmund Freud scriveva: 
"La creatività è frutto della sublimazione di energie scaturite da una situazione frustrante, e del loro ri-orientamento in una direzione produttiva." 
Questo significa che Freud ritiene la creatività una forma salutare di sublimazione delle nevrosi. Salutare perché oroentata a scopi produttivi. E la sublimazione è la trasformazione di pulsioni poco accettabili socialmente in attività intellettuali o comportamenti ai quali la società riconosce un pieno valore.
Ecco che qualcosa che sembrava inutile diventa invece di grande valore. Il potere dell'arte è tutto qua.
Attraverso questo archetipo, se usato nel suo aspetto positivo, andiamo a sanare traumi e ferite psichiche. Ovviamente però può esservi anche l'uso negativo dello stesso archetipo e allora si finisce per perdersi e galleggiare senza meta e direzione nell'immensità restando sospesi e incapaci di vivere la vita. Non esiste più il tangibile e si è folli senza limiti e si può andare a sbattere nell'alcool o nelle droghe.

Questo archetipo è la fase della vita in cui siamo in incubazione nella pancia della mamma, infatti qui troviamo in esaltazione la Luna: la maternità. È il momento che siamo girini e galleggiamo nel liquido amniotico come pesci appunto. Resta quindi in questo archetipo un qualcosa di sospeso e incompiuto. Un desiderio inconscio di tornare a quello stato di cose, la fusione con la madre diventa da grandi un desiderio di legame simbiotico ma anche infantile. Tra fuga e negazione delle proprie responsabilità perché tanto si è immaturi e non si vuole uscire fuori da quel liquido rassicurante. Tagliare il cordone ombelicale dà la sensazione di fine e di morte. In fondo nascendo e separandoci dal ventre materno è un cambiamento di stato che può far paura come la morte. Nascere ci porta ad un distacco da una situazione paradisiaca, ma solo con quel taglio possiamo verificare e provare sulla nostra pelle le sensazione che la realtà ci dà. Non più solo immaginazione di cosa potrebbe essere ma tentativi di realizzare il progetto divino iniziale. 

Il numero collegato è il numero 0. L’origine di tutto e a cui tutto ritorna. Lo zero è un numero tondo senza inizio né fine. È un numero senza valore se posto da solo e che aumenta il valore degli altri numeri se messo vicino a loro. Come l’archetipo del creativo che può essere nulla ma può essere tantissimo aggiungendo valore alla vita con le sue creazioni che ci arricchiscono l’anima. 

Gli archetipi base:
Luna: in esaltazione in questa posizione astrale ci riporta allo stato materno di fusione tra madre e figlio esattamente come c’è fusione tra l’uomo e il divino. 
Nettuno: Il pensiero creativo, virtuale, immaterico, geniale e spirituale. Il caos da cui tutto nasce e che va gestito per essere portato su un piano utilizzabile.
Giove: che tutto amplifica ed espande, anche lui daà valore alle cose ma lo fa attraverso la consapevolezza delle cose. Giove è conoscenza superiore, è il Papa, il ponte tra noi e il potere divino. Conoscere è vedere la realtà, il mondo a tutto tondo come una sfera. Ci dà occhi anche dietro la testa e ci fa percepire le cose in modo ampio e totalizzante.

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