ORIONE E LO SCORPIONE

ORIONE E LO SCORPIONE

La storia di Orione rappresenta le caratteristiche del segno “non evoluto”, ovvero dominato da istinti distruttivi quali: sessualità, gelosia e violenza.
Nettuno, Giove e Mercurio si recano dal Re Ireo che desidera un figlio e non riusciva ad averlo.
I 3 Dei chiedono che gli venga sacrificato un Toro, il Re ovviamente acconsente e gli dona la bestia uccisa. Gli dei prendono la carne e urinano nella pelle del Toro, dicono al Re di sotterrare la pelle e lasciarla lì per 9 mesi. Da tale rito nascerà un uomo bellissimo chiamato Orione da Urion - urina. 
Subito ritroviamo la simbologia scorpionica della fertilità. 

Orione presenta il carattere dei tre Dei, con istinti sessuali potenti e insaziabili. È bellissimo, grande e possente. 
Si innamorò di Merope e chiese al padre di sposarla, questo acconsentì a patto che il valoroso cacciatore liberasse la loro isola, Chio, dalle bestie feroci che l’assediavano.
Siamo al secondo punto della simbologia Scorpione: combattere con le bestie feroci della propria psiche, i tormenti interiori con i quali le persone del segno si trovano a lottare senza trovare pace. 

Orione sconfigge le bestie ma il padre di Merope non stette ai patti. 
L’inganno è un altro punto del segno, dominato da Plutone; essere ingannati e reagire con ferocia e violenza, con sete di vendetta.

A questo punto si ubriaca e violenta la povera Merope. Per questa sua azione venne accecato e cacciato via. 
La vista è collegata al suo segno opposto, il Toro. Perdere la vista è non voler vedere, vivere nel buio, la mancanza di luce è la parte ombra del segno. 

Orione, si fa accompagnare dal cane Sirio presso Efesto (Vulcano), passando per l’isola dove viveva la Dea greca dell’alba, Eos. I due si innamorano e la Dea chiede al fratello Elios di restituire la vista a Orione.
Tornato a vedere grazie alla potenza dell’amore riprende la sua attività di cacciatore. Ma come spesso fanno le persone del segno, che non riescono a tenere a freno la loro natura inquieta e che li porta verso l’autodistruzione, inizia a cacciare in compagnia della dea Artemide, che si innamora di lui. Orione però è sposato e Artemide, vergine per scelta e rispettosa del legame con Eos, si rassegna all’idea di averlo accanto quale buon compagno di caccia, e di goderne l’amicizia. La sua posizione di sposo di Eos gli garantisce la dovuta distanza. 
Orione comunque non sa tenere a freno i suoi forti istinti sessuali e si mette a corteggiare le Pleiadi. Artemide non accetta l’affronto e gli scaglia addosso uno scorpione, che lo uccide. 
Essendo figlio di Giove, viene collocato in cielo nella costellazione che prenderà il suo nome, vicino a quella del suo fedele cane Sirio, in cui brilla la stella omonima. Per evitare che Orione incontrasse nuovamente il temibile Scorpione, la costellazione si trova dalla parte opposta, vicino a quella del Toro e dei Gemelli. In questo modo quando nel cielo sorge lo Scorpione, Orione scompare sotto l’orizzonte.

Lo Scorpione è un segno lacerato dall’angoscia di vivere: non si accetta, si vuole collocare fuori dalla realtà comune. È il segno della morte e della trasformazione, quasi che la vita non fosse la sua dimensione. La luce lo impaurisce e a questa preferisce il buio e le tenebre, dove cacciare le proprie bestie interiori. È il segno che si contrappone al Toro, segno primaverile della natura che rinasce: con lo Scorpione la natura invece si ritira e diventa compost per il seme.
Lo Scorpione che non riacquista la vista attraverso l’amore, alterna fasi di estasi erotica e rimorso. Se le persone del segno trasformano le forti pulsioni erotizzanti e distruttive in potenza trasformativa evoluta, come l’araba fenice rinascono elevati: ecco allora che troviamo ottimi medici, psichiatri, psicanalisti e molti occultisti e maghi. 

Se guardate verso est, in queste notti potete ammirare la costellazione di Orione: è facilmente riconoscibile perché Giove è luminoso, ed essendo in Toro è vicino a Orione. Inoltre la costellazione ha tre stelle vicine che sono la sua cintura, simbolo di potere.