Le Paure degli Dei
Ritorno sul mito di Tifeo, o Tifone. Il mostro aveva le innumerevoli braccia a forma di serpenti, e la testa terrificante toccava le stelle.
L’apparizione di Tifeo mise paura a tutti gli dei dell’Olimpo, persino al più potente degli dei, Zeus-Giove, che fuggì alla sua vista, salvo poi essere richiamato al suo dovere dalla figlia prediletta Athena, l’archetipo della ragione.
Ogni divinità per fuggire si trasformò in un’animale. Come sappiamo gli dei non sono altro che parti della nostra psiche e quindi la trasformazione in animale non è altro che un modo delle nostre parti di fuggire di fronte a qualcosa che non sappiamo gestire. Vediamole insieme nel dettaglio.
Venere con il figlio Eros si trasformò in pesce. Il Pesce è regressione infantile, voler tornare nel liquido amniotico del ventre materno. Venere è il desiderio di sentirsi amati; se qualcosa minaccia di toglierci il piacere affettivo e erotico - tipo un abbandono da parte di una persona che amiamo - il primo passo che facciamo è chiuderci: tornare indietro al momento in cui l’amore era tutto intorno a noi, nel ventre materno, dove non poteva esserci abbandono perché eravamo dentro ad un oceano caldo, accogliente e che ci dava tutto quello che desideravamo. Questa è la risposta di una Venere minacciata nel tema natale oppure da un transito difficile.
Apollo, il Dio del Sole, del nostro sé, della nostra energia vitale e quindi del nostro stato di piena forma fisica; è la parte luminosa di noi. Alla vista di Tifeo si trasforma in Corvo nero, uccello della notte, dove non c’è la luce. Il Corvo toglie la vita e trasmette la paura del buio, Apollo da dio della luce e della guarigione si trasforma in essere che uccide invece di guarire. Le paure non gestite uccidono la nostra parte vitale e la capacità di auto-guarigione.
Dioniso è il Dio dell’ebbrezza, dei piaceri del cibo e del vino; lo potremmo collegare con la posizione di Nettuno nelle nostre parti astrologiche. Un Nettuno basso, quello dell’alcool e delle dipendenze, di colui che rifiuta i doveri e vorrebbe solo i piaceri; non il Nettuno spirituale e positivo. Dionisio si trasforma in Capra, l’animale usato per i sacrifici, quindi è paura di sacrificarsi.
Era-Giunone, la moglie di Giove, è una Dea legata al potere datole dalla sua posizione di moglie; e una divinità spietata e possessiva. Nel tema natale la potremmo collegare al pianeta-archetipo Eris, ma comunque è presente anche come asteroide. Davanti alla paura si trasforma in Vacca bianca: perde l’arroganza e diventa un animale mansueto. La paura di perdere un ruolo che le garantisce un trono sicuro, trasforma quella parte di noi in animali mansueti pronti a essere divorati. Purtroppo questo accade spesso nel caso dei numerosi femminicidi: le donne che temono di non farcela senza una figura maschile, ma soprattutto di non farcela senza un ruolo nella società che non le riconosce come valore, decidono di diventare delle vacche bianche, cibo da sbranare.
Ares-Marte il dio della guerra, della nostra parte assertiva e che ci permette di difenderci. È l’archetipo psichico che ci permette di partire alla conquista di quello che vogliamo. È infatti anche un cacciatore. Davanti alla visione di Tifeo diventa un cinghiale, la paura lo trasforma in vittima della caccia, vittima del nemico. Da combattente si trasforma in combattuto.
Ermes-Mercurio, il dio del pensiero veloce, furbo, immediato e ancora grezzo perché deve strutturarsi, si trasforma in Ibis, un uccello che mangia con metodo. Quando la paura sopraffà le nostre menti, si entra in confusione e non si riesce più a ragionare, serve metodo e raziocinio per fuggire dallo stato di disequilibrio mentale dato dalla paura. La nostra intelligenza deve strutturarsi e razionalizzarsi, agire con metodo, così come fa l'Ibis con il cibo.
Efesto-Vulcano, il dio artigiano che costruisce utensili utili agli Dei e agli uomini, è l’ingegno umano per intenderci. È assimilabile alla posizione di Urano nel tema natale, il Dio primordiale che viene castrato dal figlio Saturno. Perdere la capacità di ri-prodursi o di produrre qualcosa, sentirsi inutili, castrati, incapaci, per la psiche umana è terribile. Son queste le paure che si scatenano quando in un transito è coinvolto Urano. Efesto si trasforma in bue, animale che viene scartato perché castrato e inutile a livello riproduttivo.
Artemide, la dea selvaggia della Luna, il femminile non domato e assoggettato al maschile come Era-Giunone davanti alla paura diventa un gatto docile. Il gatto è un animale notturno e per quanto autonomo e domestico suscita sentimenti amorevoli. Cosi Artemide, libera a 360° e abituata a non avere nessuno che si prende cura di lei - se non se stessa o le sue ancelle scelte da lei - nel momento estremo di paura diventa un gatto che vorrebbe farsi proteggere, rassicurare.
Il Dio Pan, rappresentazione dell’archetipo attaccato ai piaceri terreni, mezza capra e mezzo uomo, essere più animalesco che umano, rappresenta i bisogni terreni, i piaceri del sesso libero da schemi. Iconograficamente la sua immagine verrà usata dal cristianesimo per identificare il Diavolo, perché godere senza remore né limiti è indice del male estremo per la cultura cristiana, che teme i piaceri della carne. Pan è anche collegato alla paura estrema: agli attacchi di panico che ci bloccano, ci pietrificano. Quando Pan, che potremmo collegare alle paure istintive Plutoniane, incontra Tifeo si trasforma in capra-pesce, che corrisponde alla costellazione del Capricorno. Metà uomo selvaggio collegato ai piaceri terreni e metà Pesce collegato all’elemento acqua. Terra-Acqua. La terra pietrificata è secca, l’acqua la rende umida e l’ammorbidisce sbloccando la sua immobilità. L’acqua è emozione, i nostri istinti nel momento di paura estrema per essere gestiti devono essere annacquati dalla parte emozionale, piangere, urlare (l’urlo di Pan).
Infine il Dio re degli dei: Zeus-Giove. Anche lui in un primo incontro con Tifone fugge e si trasforma in Ariete, archetipo dell’aggressività. È la reazione più normale che noi tutti, in un certo senso, attiviamo in modo diretto. Qualcosa ci impaurisce e allora si reagisce in modo aggressivo, partendo con la risposta delle nostre armi, che siano corna, pugnali o pistole. Strumenti proprii del segno dell’Ariete. Giove è il Dio superiore a tutti gli Dei, non dovrebbe temere nulla, ma anche lui di fronte a Tifeo non sà inizialmente come batterlo. Diventa un Ariete aggressivo, che se non sostenuto dalla ragione (Athena) soccomberebbe anche lui al mostro. Athena lo guida a rispondere con le armi proprie di Zeus-Giove: la sua folgore. Ma nonostante tutto viene sconfitto, Tifone gli taglia i tendini, ossia la capacità di difendersi.
Ancora un blocco della mobilità come con il mito di Pan. La paura che ci vince nonostante sembra che abbiamo reagito con logica e ragione usando le armi che conosciamo bene.
Arriverà Ermes-Mercurio, l’intelligenza e il movimento lesto e veloce dato anche dalla furbizia, e il Dio Pan, l’istinto vitale. Pan con il suo urlo riesce a distrarre il mostro Delfine messo a guardia dei tendini di Zeus-Giove, e Ermes da bravo “ladro” riesce a prenderli e ricostruire Giove, riportarlo ad avere la capacità di muoversi e difendersi.
Zeus riescì a battere finalmente Tifeo, anche grazie all’aiuto delle 3 Moire che ingannarono il mostro. Tifeo sollevò le montagne e le gettò addosso a Zeus che si fece scudo con le sue folgori. Le montagne rimbalzarono sullo scudo elettrico dei fulmini di Zeus (sembra un bellissimo cartoon di un robot tipo Goldrake a dimostrazione come i miti antichi e moderni si equivalgono perché sono archetipi). Le montagne travolsero Tifone sotterrandolo, e il mostro venne sconfitto dalle sue stesse energie distruttive. Zeus-Giove ci dimostra come è possibile vincere le paure, collaborando con le parti di noi e capaci di ricacciandole in fondo, nel sottosuolo, ossia nell'inconscio, sotterrandole di nuovo affinché non nuocciano.
Certo le paure non scompaiono mai per sempre, sono solo sotterrate e possono riemergere. Ma conoscere come batterle ci aiuta certamente a gestirle.
La rilettura dei miti è stata da me elaborata in seguito ad una conferenza di Massimo Biecher per Progetto Montecristo: clicca qui.
La sua visione parte da un'analisi psicologica archetipica slegata dall'astrologia, ma trovo illuminante che ci sia il collegamento con la visione astrologica, questo perché l'archetipo è universale.
Se volete approfondire trovate anche qui un'approfondimento sul tema. Clicca qui.
Le informazioni da cui ricavo le storie mitologiche sono i testi Kereny ma in questo caso: I MITI GRECI di R. Graves.