ERCOLE UCCIDE IPPOLITA PER LA SUA CINTURA

ERCOLE UCCIDE IPPOLITA PER LA SUA CINTURA

Euristeo ordinò ad Ercole, d'impadronirsi della cintura (simbolo di potere regale) che il dio Ares-Marte aveva donato a sua figlia Ippolita, regina delle Amazzoni, le mitiche donne guerriere, che, vivevano in una società matriarcale da cui gli uomini erano completamente esclusi. Giunto a destinazione, Ercole incontrò Ippolita, la quale si innamorò di lui e decise di offrirgli la cintura  come atto d'amore; ma Era, assunte le sembianze di un'amazzone, convinse le compagne della regina che Ercole stava per rapirla: queste allora si precipitarono armate contro la nave dell’eroe, il quale difendendosi dall'attacco uccise Ippolita e gli strappò la cintura. Ma comprese d'aver fatto un grosso errore, quella cintura rappresentava l'unione tra il maschile e il femminile che avrebbe potuto realizzarsi se non fosse stato ingannato dalla solita Era.
 
Pentito si rimise in viaggio verso Micene, durante il quale riesce a salvare, con l'aiuto della Dea Pallade Atena, una fanciulla: Esione, divorata da un mostro marino. Era la figlia di Laomedonte, re di Troia, il mostro era stato inviato da Poseidone, in collera con il re che non aveva pagato al dio il compenso pattuito per la costruzione delle prodigiose mura di Troia. L’eroe chiese come compenso per la liberazione della figlia le cavalle sacre che Laomedonte aveva ricevuto da Zeus. Ma, dopo che la principessa fu salva, Laomedonte non mantenne la parola data. 
L’eroe ripartì per Micene con l'intento di vendicarsi in seguito riuscendo infatti in un secondo viaggio a prendersi le famose cavalle sacre.
Distrutta la città di Troia, Eracle riprese il mare, ma venne sorpreso da una forte tempesta, mandata dall'invidiosa ed ostile Era, che lo spinse fuori rotta facendolo approdare sull'isola di Kos, dove venne aggredito dagli abitanti, dovette fuggire, si rifugiò presso una serva e si nascose indossando abiti femminili, fino a quando potè reagire e riportò vittoria sugli abitanti di Kos. Gli abiti che l'avevano salvato divennero un simbolo e vennero indossati al matrimonio con Calciope la figlia del re di cui si era innamorato.

Questa fatica porta l'attenzione sul femminile violato. Le Amazzoni vivevano in una società esclusivamente femminile separate dal maschile visto come minaccioso, quando Ippolita prova a lasciarsi andare all'incontro con un uomo viene ingannata e nè diventa vittima. Ingannata da una stessa donna in questo caso da Era, moglie ferita dalla gelosia per Zeus. 
La Vergine lo dice la parola e anche i miti che la rappresentano, teme l'incontro con il maschile, resta integra, pura, incontaminata dall'unione fertile. È un qualcosa che deve integrare, è separata per difesa oppure per sorellanza con le altre donne. Il maschile la vuole vittima sacrificale come nel caso di Esione, pedina nelle mani di un padre padrone senza amore per lei. L'unico modo di essere libere è essere separate in un mondo di sole donne: le amazzoni. 
Bella la parte finale dove c'è finalmente la riconciliazione con il femminile attraverso l'aiuto di una serva (altro ruolo Virgineo) che traveste Ercole, simbolo dell'uomo macho forte eroticamente e possente, con abiti femminili. Con questi abiti finirà per unirsi alla sua amata. L'uomo Vergine è infatti delicato, educato e non disdegna di svolgere lavori domestici o anche "femminili" tipo sarto, cuoco, operatore ecologico. Pur mantenendo la propria virilità in abiti femminili Ercole resta l'eroe che conosciamo.