CASTORE E POLLUCE
I due gemelli astrali.
L’energia del fuoco dell’Ariete ci indica l’inizio, il Toro che ci da forma grazie alla materia terrena, i Gemelli, elemento aria, ci permette di respirare e di muoverci nello spazio, dalla differenziazione all’individuazione della personalità
I Gemelli sono due parti, due pesi opposti e complementari. La loro divinità principale è Mercurio, il Dio che possiede il Caduceo composto da una verga che separa due serpenti, è il tentativo riuscito di unire gli opposti.
I Gemelli rappresentano i fratelli che usciti dal grembo materno si differenziano e si separano dalla madre. È il primo passo di autonomia dell’uomo.
La storia è piena di coppie di fratelli che si sono fronteggiati, amati e anche uccisi. Giacobbe-Esaù, Romolo e Remo, Caino e Abele e molti altri.
C’è il dualismo di due parti, una buona e una cattiva, che si devono equilibrare, la dualità insita nell’uomo.
I Gemelli devono distinguersi caratterialmente per trovare la loro individualità. In noi ci sono sempre parti buone e cattive da armonizzare che si attivano nel momento dell’incontro con l’altro, il fratello, l’amico, il compagno. Il simbolo dello Ying e Yang, il maschile e il femminile, la parte passiva e quella attiva. La ragione e la creatività. Il doppio è confronto intellettuale, per questo i Gemelli sono il segno dell’intelligenza.
Il mito dei Dioscuri (figli di Giove) Castore e Polluce ci parla di due gemelli “diversi” nati dallo stesso ovulo ma figli di padri diversi. La madre Leda era sposata con il Re Tindaro ma viene sedotta da Giove che si trasforma in un magnifico cigno per possederla. Nello stesso giorno aveva fatto sesso con il marito e si ritrova incinta di ben 4 figli, due maschi: Castore e Polluce e due femmine: Elena e Clitemnestra. Castore e Clitemnestra erano mortali, figli di Tindaro, mentre gli altri due erano figli di Giove. I due gemelli erano però inseparabili e insieme affrontavano grandi battaglie. Si ritrovano coinvolti nel rapimento di due fanciulle, promesse spose a Idas e Linceo, (di nuovo due fratelli). Polluce uccise Linceo e Castore venne ucciso dal fratello Idas. La sofferenza di Polluce era talmente forte per la perdita del fratello che decide di sacrificare la sua immortalità per stare con il fratello; supplica Giove di renderlo mortale e poter seguire nell’Ade Castore. Giove come aveva già fatto con il mito di Persefone e Cerere, decide anche in questo caso di dividere in due la pena. Si parla di 6 mesi nel regno dei morti e 6 mesi nell’Olimpo, ma altre voci parlano di un giorno a testa. Poco importa l’alternanza resta invariata. C’è sempre la necessità di armonizzare i contrari, di trovare un compromesso.
Nel segno dei Gemelli è rappresentata la separazione come necessaria per creare l’individuo. La lotta interna tra le parti umane e divine.
I due Dioscuri sono raffigurati come due preadolescenti, Castore ha in mano lo strumento musicale la Lira di Apollo, mentre Polluce la mazza di Ercole. Simboli di armonia e luminosità per Castore, forza e potenza per Polluce.
Il mito collega all’archetipo della necessità di relazione, la simbiosi della nascita necessità sempre di una fase di differenziazione, necessità di essere unici e diversi e quindi separati ma individualizzati.
Nelle persone Gemelli il confronto con “l’altro” è sempre presente, può essere vissuto bene ma anche essere fonte di sofferenza. Un Gemelli non armonizzato rifiuterà l’affettività nei confronti dell’altro, oppure la sublimerà portando il rapporto su un piano intellettuale e non vissuto ma solo “pensato”.
Le persone Gemelli sono vibranti come le particelle degli atomi, non possono fermarsi, fermarsi equivale alla fine. Questo però li porta ad essere superficiali a non approfondire. Cercano informazioni per colmare un'esigenza intellettuale, per curiosità e voglia di confronti, aprono domande ma non cercano risposte definitive. Le cose immobili e invariabili sono “morte” per loro.
Perfetti nel ruolo di scrittori e giornalisti, comunicatori e relatori. Cercano stimoli e insinuano dubbi. Confronti tra le parti e dialoghi infiniti. Un continuo rincorrersi tra le profondità dell’Ade e la luce dell’Olimpo.